NUOVA PRODUZIONE
“ PIRICIO’ EST DOTTORI SI O NO ?”
Liberamente tratto da “Le Medicine Malgrè Lui” di Moliere
di Virginia Garau
Regia e Scena – Virginia Garau
Musiche – Paolo Congia
Luci e Audio – Giuseppe Onnis, Federico Floris
Costumi e Oggetti di Scena – Caterina Peddis
Con: Caterina Peddis, Carmen Porcu, Daniela Melis, Nigeria Floris, Ulisse Sebis, Gino Betteghella.
Ispirato all’opera di Moliere LE MEDICINE MALGRE’ LUI narra le vicende di un marito il quale è costretto dalla moglie a farsi passare per medico. Quando viene convocato da una ricca signora, la cui sorella è affetta da una misteriosa malattia, Piriciò intuisce che la ragazza è soltanto innamorata. Con uno stratagemma fa entrare nella casa lo spasimante della ragazza, fingendo che si tratti
del farmacista, e riesce così a farla “guarire”.
Nel nostro lavoro di trasposizione, adattamento e traduzione, questa famosa commedia, adotta come lingua il sardo nella sua variante campidanese; realizzando un operazione di valorizzazione fonetica che si sposa perfettamente con i canoni della commedia dell’Arte grazie alla sua fluidità, musicalità e con l’utilizzo di modi di dire tipici del campidanese.
Anche il titolo subisce una metamorfosi necessaria assumendo così il nome di: PIRICIO’ EST DOTTORI SI O NO?
I personaggi, nel nostro adattamento, cambiano nome: Sganarello diventa Piriciò perché “su piriciou” è un vinello di bassa qualità e pure annacquato, per dare l’idea del beone che è il nostro protagonista!
Il padrone di casa che cerca disperatamente un bravo medico perché guarisca sua figlia colpita da improvviso mutismo diventa “sa meri” assume cioè il genere femminile che è più coerente a una società matriarcale quale è la nostra; e la figlia diventa la sorella de “sa meri” perché il “zitellismo” in Sardegna, e nel mondo in genere, è una colpa, soprattutto se non sei abbastanza fresca e bella per prendere marito. È un mito che vorremmo sfatare!
(la dura realtà è che la nostra attrice che la interpreta non è più giovanissima)
La scelta di questa commedia cade in piena pandemia COVID19 allor quando nuove e inaspettate stars si affacciavano nelle nostre case-prigioni dagli schermi della tv: infettivologi, virologi etc!
Una sequela di notizie, spesso contraddittorie, hanno riportato alla memoria dell’autrice del testo sardo il pensiero poco lusinghiero che aveva Moliere nei confronti dei medici!
Dunque si diceva della lingua sarda come veicolo di tradizioni e culla di cultura ancestrale che si piega e da forma al linguaggio vivace e burlesco di Moliere.
La necessità di trasporre in sardo nasce per dimostrare che una grande opera teatrale può vivere attraverso la mediazione di un’altra lingua diversa da quella che le ha dato i natali e sicuramente perché è anche la cifra di tanti dei nostri spettacoli; perché non si tratta di una mera traduzione dell’opera del grande commediografo francese ma di una trasposizione, curata dalla nostra regista e affidata a un cast che da oltre 30 anni calca con successo la scena del teatro popolare.
E parlando di scena lo spettatore si troverà davanti un ring completamente spoglio, tranne che per la presenza di un fondale, realizzato con quinte armate e che comprende tre aperture le quali permettono allo spettatore di assistere a ciò che accade dietro le quinte.
Gli unici oggetti adoperati in scena sono: una carriola in legno utilizzata in modo bizzarro e dei bastoni, sempre in legno, usati dalla regista come escamotage per tenere un distanziamento sociale, e perché essi sono comunque il mezzo doloroso che permette al nostro protagonista di laurearsi “dottori”.
Per quanto riguarda i costumi si è adottato il metodo del costume “metonimico” con l’aggiunta di un abbigliamento affine al 1.600 ma con qualche licenza geometrica, i tessuti sono a impatto ambientale zero poiché per realizzarli sono state riciclate delle tende da giardino. L’intero spettacolo è accompagnato da composizioni musicali originali create dal maestro Paolo Congia che riprendendo lo stile dell’epoca strizzano l’occhio alle sonorità sardo-campidanesi. I testi dei brani musicali sono anch’essi originali composti dalla regista.
Lo spettacolo è ambientato nel 1.600 in una non meglio identificata zona del Campidano.
Prossimamente Alla
BIENNALE DEL TEATRO IN SARDEGNA
Teatro Massimo Cagliari 13 Ottobre 2020
SALA M2 Ore 19:00
Costo Biglietto: Intero € 10 – Ridotto € 7
Vi aspettiamo numerosi