SOLD IN
Strano Ma Alverio
In Scena
Alverio Cau
LIANORA REINA
Liberamente tratto da “Eleonora D’Arborea” di Giuseppe Dessì
Testo e Regia di Virginia Garau
Voce Narrante Carmen Porcu
Musiche Gabriele Verdinelli
In Scena
Daniela Melis, Giuseppe Onnis, Ulisse Sebis
La nuova produzione di Teatro Tragodia Lianora Reina, ha il pregio di trasportare lo spettatore indietro nel tempo, negli aspetti, non solo pubblici di reggente del Giudicato di Arborea ma anche in quelli privati e intimi della giudicissa, in un periodo lontano ma cruciale per la storia della nostra Isola. Il reading è supportato da interventi musicali di grande impatto drammaturgico tra questi il coro rappresenta il popolo che ha sempre appoggiato e difeso la grande statista e abile guerriera.
La regia pone l’accento sui diversi ruoli di Eleonora D’Arborea, quelli che la regina assunse nel corso della sua vita: da madre amorosa e attenta, a regina risoluta e dal polso fermo, la statista, la moglie, la guerriera, la stratega.
Eleonora D’arborea è stata una grande regina che la storia ci tramanda per le importanti modifiche che apportò alla “CARTA DE LOGU” che già scrisse il padre Mariano IV e il fratello Ugo; modifiche che ancora oggi sono considerate dagli studiosi lungimiranti e moderne. La storia però non dissolve l’alone di mistero che avviluppa la sua figura, la sua vita e la sua morte, perché ancora oggi resta irrisolta e misteriosa. In questo reading teatrale si cerca di spiegare la psicologia di una grande donna che scompare forse a causa della peste che gli Aragonesi portarono in Sardegna, come unica arma possibile per annientare la caparbietà di un popolo orgoglioso, guidato da una grande Regina. Nella lettura drammaturgica si raccontano gli ultimi anni di vita di Eleonora D’Arborea: a partire dall’assassinio del fratello Ugo e alla sua salita al trono del Giudicato di Arborea sino alla sua scomparsa.
Sa Risposta
Di Virginia Garau e Daniela Melis
Liberamente tratto da “Una Domanda di Matrimonio” di Anton Cechov
Regia, Scene di Virginia Garau
Costumi di Scena Caterina Peddis
Disegno Luci di Giuseppe Onnis
Audio Federico Floris
In Scena
Gino Betteghella, Virginia Garau, Daniela Melis, Carmen Porcu, Ulisse Sebis
Anni 40, secolo scorso, all’epoca il dovere di un padre era di far maritare una figlia con un buon partito; e una figlia da maritare non era cosa da poco!
Don Carlo Peis ha una figlia, Rosetta, che ha un carattere non esattamente docile, per lui dunque l'impresa diventa ardua! Ecco che compare all’orizzonte il povero martire, Totoi Concas, che la domanda in sposa, facendo impazzire di gioia il padre della ragazza. Ma la risposta di Rosetta quale sarà??!!!
A guastare tutto non basta il caratterino di Rosetta ma in scena aleggia anche una presenza inquietante, zia Mementa, che da sempre ha problemi a relazionarsi con il sesso maschile. Ecco da chi ha preso la ragazza: dalla zia!!
Un altro personaggio squinternato anima la scena, la madrina della ragazza, nonna Carmina, le due non si sopportano, i loro incontri sono scanditi da irrisolvibili litigi. Poi c'è una cameriera particolarmente eccentrica, Gigia, la quale si inserisce solo per complicare le cose! Insomma una serie di spassosissimi personaggi e di situazioni grottesche e comicissime per passare una serata in allegria.
Le Corna sono come i Tacchi,
SLANCIANO !!
Di Virginia Garau e Daniela Melis
Liberamente tratto da “La Mandragola” di Niccolò Macchiavelli
Regia, Scene e Costumi di Scena di Virginia Garau
Disegno Luci di Giuseppe Onnis
In Scena
Gino Betteghella, Virginia Garau, Daniela Melis, Carmen Porcu, Caterina Peddis, Ulisse Sebis
La commedia è composta da due atti veloci e comicissimi scritti da Virginia Garau e Daniela Melis, le quali, prendono ispirazione da “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli adattandola ai giorni nostri.
La regia curata da Virginia Garau, senza snaturare il messaggio potente del grande Machiavelli, tesse essa stessa una potente satira sulla corruttibilità della società dei nostri giorni e, attraverso lo strumento della beffa e dell’imbroglio, porta avanti una vera e propria denuncia. Naturalmente il giudizio morale non può che essere negativo, ma nonostante ciò tutti i personaggi mettono in evidenza la loro intelligenza e capacità nell’agire per ottenere un solo scopo, ovvero quello di intascare dei quattrini sfruttando l’ingenuità degli altri.
Boccaloni è uno sciocco dottore in legge, ed è disperato perché non ha figli. Di sua moglie si è innamorato Farfalloni, che con l’aiuto di Cupidigia, la governante di Boccaloni, riesce a fingersi medico e a convincere Boccaloni che l’unico modo per poter finalmente avere figli sia somministrare alla moglie una pozione di mandragola. In cambio della fertilità, però, il primo uomo che avrà rapporti con la donna morirà. Cupidigia convince a questo punto Boccaloni a sacrificare un ragazzo qualsiasi, che giaccia con la moglie al posto suo per la prima notte dopo la somministrazione. Boccaloni accetta, così come accettano senza scrupoli Fra Contanti e la signora Tirannia madre della Boccaloni. Ovviamente non esisterà alcun ragazzo qualunque: sarà Farfalloni, travestito, a essere portato a casa di Boccaloni e infilato nel letto della moglie la quale, scoperta la vera identità dell’uomo, passa con lui una notte di piacere e decide di diventarne l’amante. Non solo: riprese le sembianze di medico, Farfalloni ottiene da Boccaloni, contentissimo per la futura paternità, il permesso di restare a vivere in casa loro.
E vissero tutti felici e contenti!!!